L'arte è una sorpresa, un'elaborazione inaspettata e unica come quella di Vittorio Ciccarelli, architetto di Aversa che ha fatto parlare di sè nel mondo grazie alla sua collezione dal titolo "Bookmarks" in cui oggetti comuni come pettini, foglie, rotoli si scotch, blister e graffette sono inseriti nelle grandi e famose opere d'arte rivoluzionandone l'aspetto.
"Ho trascorso la mia infanzia tra i libri d'arte - racconta Vittorio - e mi piace giocare con gli oggetti che mi girano intorno e che mi sono cari. Tra questi ci sono carta e libri, appunto. L'intento è quello di trasformare la visione e lìutilità degli oggetti di uso comune. Per me è fondamentale, infatti, la decontestualizzazione che riesce a dare un valore alle cose maggiore di quanto si possa immaginare"
Progetti che nascono da gesti gesti casuali e improvvise rivelazioni "come aprire dopo anni uno di quei libri d’arte impolverati e notare che a mo’ di segnalibro c’era una foglia secca che copriva il volto di una Madonna. O come scavare nel cestino della carta straccia (“Amabili resti” la mia ultima serie) e recuperare pezzi d'arte, particolari sopravvissuti", racconta Vittorio Ciccarelli.
Ma cosa vuol dire essere giovani e fare arte, innovazione, design in Campania e in Italia?


"Qui nulla è apprezzato, difficilmente è capito, e c’è il forte rischio di diventare con il tempo un semplice tecnico. Le mie uniche soddisfazioni le ricevo dal web, da riviste e clienti e gallerie d’arte estere".


"Siamo in un paese che no dà spazio alle idee", precisa Vittorio Ciccarelli, che però ha deciso di non arrendersi. "Sto cercando di ritagliarmi un po’ di spazio in più per la fotografia, impegnarmi nei miei progetti personali. Qualcosa spero che possa succedere"


Virginia Della Sala