Un’oasi è, nell’immaginario collettivo, un luogo di ristoro e di riposo in cui trovare rifugio nella fatica del cammino nel deserto. In Campania, però, O.A.S.I. è anche un acronimo, quello di Opera per l’Assistenza e il Sollievo degli Infermi che, a osservare bene, è quasi la stessa cosa.
L’Oasi Mariana è una pia unione Onlus che è presente sul nostro territorio da 43 anni e che ha come fulcro il culto della Madonna di Lourdes e l’assistenza ai “fratelli più bisognosi e sfortunati”. In particolare organizza “giornate di preghiera e pellegrinaggi a Lourdes e verso i santuari mariani di tutta Europa, provvedendo al sollievo materiale degli ammalati più indigenti”.
“Il pellegrinaggio a Lourdes – spiega Rosa, 46 anni e affetta da osteocondrodistrofia- bisogna viverlo per capire cosa si prova, cosa succede dentro. Non ho mai chiesto di guarire nel corpo, anche perché rispetto a molti altri sono fortunatissima, ma cerco la pace e la tranquillità dell’anima che solo questo luogo riesce a dare e che è una carica che dura per tutto l’anno”.
Rosa va a Lourdes ormai da vent’anni e ancora oggi prova le stesse emozioni di un tempo: “la prima volta ho pianto per tutto il tempo, sono andata alla ricerca di serenità e l’ho trovata. Non si può spiegare perché, si può solo vivere sulla propria pelle questa esperienza che è per tutti e che è in grado di placare ogni stato d’
ansia e di depressione”.
Preghiera e gioia quindi: "Quando sono lì -spiega Antonella, che di anni ne ha 41- anche le cose più pesanti sembrano facili e non ti stanchi mai. Poi le chiese e i luoghi sono bellissimi".
A Lourdes, il confine tra chi riceve e chi dona è sottilissimo e quasi non si distingue alcuna differenza: come ci dice Maria che, a 67 anni, è una delle Dame che in modo volontario offrono la loro assistenza ai malati durante tutto il viaggio.
“Sono una dama da 18 anni- spiega Maria – e ancora oggi penso che in ciò che faccio sono io a ricevere qualcosa dai malati e non il contrario. Quando torno a casa ho una pace nel cuore che non riesco a trovare altrove, mi sento piena, completa”.
Ci sono circa 60 dame e barellieri ogni 70 ammalati e in questo modo l’assistenza è quanto più presente possibile: “Il miracolo di Lourdes –continua Maria- sono gli ammalati. Non si va a chiedere la grazia, ma la maggior parte delle volte si resta immobili a pensare ‘cosa mai potrei chiedere? Io sto bene e sono fortunato’ e spesso sono gli stessi ammalati a pensarlo. Questo è il vero miracolo”.
(VIRDIESSE)